PERCHÉ UNA CASA A MISURA DI BAMBINI

PERCHÉ UNA CASA A MISURA DI BAMBINI

Perché preoccuparsi per una casa a misura di bambini, quando ci sono preoccupazioni più importanti cui pensare, come la rata del mutuo o dell’affitto, lo spazio che non basta mai e tanto altro?

Figura 1: Immagine scattata da Liza Summer, pexels.

È vero, ci sono situazioni che ci obbligano a rivedere le nostre priorità.

Tuttavia, una casa a misura di bambini è da considerarsi probabilmente l’aspetto più importante da valutare.

Una casa a misura di bambini è una casa che si prende letteralmente cura della crescita dei tuoi figli e di un loro sano sviluppo emotivo, psicologico, intellettivo e motorio.

Figura 2: Immagine scattata da Alex Green, pexels.

Il mutuo prima o poi si estingue, e tutto in qualche modo si risolve.

Insomma, c’è sempre una soluzione a tutto!

Le basi per una sana crescita, invece, si pongono una volta sola e segnano per sempre la loro esistenza.

La casa ha bisogno in ogni caso di un progetto affinché sia davvero funzionale e armoniosa e per non ritrovarti a spendere molto di più di quello che avevi previsto.

Così come in ogni caso dovrai arredarla.

Tanto vale farlo pensando ai tuoi figli.

In che modo una casa a misura di bambini ne influenza lo sviluppo?

Una casa a misura di bambini è una casa che include spazi e arredi pensati per loro: piccoli perché possano maneggiarli senza difficoltà e leggeri perché possano spostarli da soli (anche quelli solitamente più pesanti come tavoli e sedie).

Si ragiona, cioè, in prospettiva di un ambiente dove i bambini possano agire da soli.

Figura 3: Immagine scattata da Tatiana Syrikova, pexels.

Lo scopo non è quello che i genitori possano toglierseli di torno, ma di offrire un maggiore ventaglio di esperienze, assecondando le proprie inclinazioni.

Senza qualcuno che indichi loro una strada, ma piuttosto che li accompagnino a individuare la propria.

Figura 4: Immagine scattata da Vlada Karpovich, pexels.

Quante volte hai sentito dire o hai detto che i bambini di oggi sono anni luce più avanti di quelli che eravamo noi?

Hai mai trovato una risposta?

Io ho trovato questa:

Ancora trent’anni fa (e oltre) si seguivano metodi educativi molto autoritari, che si fondavano sul principio che i bambini dovessero obbedire agli ordini dei genitori o comunque degli adulti.

In realtà, vedo ancora molti genitori di oggi che seguono i vecchi principi.

Senza lasciare loro spazio di espressione.

Oltre al fatto che la mentalità in generale era più chiusa e molte possibilità non erano neppure concepibili come probabili soluzioni.

Questo modo di fare, non solo pone un freno alla libertà di pensiero e alla capacità di trovare alternative in situazioni complesse, ma nel corso degli anni ha provocato non pochi casi di disturbi psicologici ed emotivi.

Dai più lievi, come la difficoltà di uscire dalla propria zona di confort o il bisogno di affetto, che spesso evolvono in episodi di stalking, fino ad arrivare all’omicidio.

Fenomeni di esplosioni d’ira che portano a scontri accesi per motivi futili.

Queste problematiche lasciano intendere che c’è un problema di fondo generalizzato che, certo, esula dalla sola organizzazione della casa, riguardando ambiti molto più estesi, ma sicuramente questa ne rappresenta un irrinunciabile punto di partenza.

Quest’idea è stata alla base degli studi di una famosa pedagogista, Maria Montessori, nota ancora oggi per le sue scoperte.

Alla base poneva proprio un ambiente a misura di bambini, riferendosi non solo allo spazio fisico ma anche a quello affettivo.

Figura 5: Immagine scattata da Ron Lach, pexels.

Maria Montessori studiò che l’educazione dei bambini deve avvenire attraverso l’interazione di 3 soggetti: l’adulto, l’ambiente e il bambino.

Non c’è più l’adulto che impone il suo modo di vedere le cose o che cosa studiare, ma li arricchisce di una terza componente: l’ambiente.

L’ambiente che comunque viene predisposto dall’adulto, ma saranno poi i bambini a scegliere quali aspetti coglierne.

Così da garantire un tipo di apprendimento sempre diverso, che si modella sugli interessi e le propensioni di ogni bambino.

Infatti, in un ambiente dove i bambini possono agire senza l’aiuto vincolante dei genitori possono:

  • essere liberi di scegliere l’attività da svolgere;
  • riconoscere autonomamente un eventuale errore commesso e prenderne coscienza.

Per esempio:

Se versando dell’acqua in un bicchiere ne cade un po’ sulla tovaglia, il fatto che si bagni dimostra che c’è stato un errore.

Questo lascia intendere che il gesto deve essere corretto fino ad averne completa padronanza.

Dunque, l’ambiente è maestro, e supporta l’adulto.

Perché un ambiente che favorisce l’autonomia, e che pone di fronte a degli errori, viene visto come un vantaggio per la componente emotiva e intellettiva dei bambini?

Per diversi aspetti.

  1. In questo modo si alimenta l’autostima dei bambini, dando loro la possibilità di accedere in autonomia a qualunque attività. Avrai notato che spesso i bambini sono letteralmente affascinati da quello che facciamo e usiamo noi adulti, arrivando a mostrare molto più interesse verso le nostre attività piuttosto che nei confronti di un loro gioco. Semplicemente perché vogliono sentirsi parte del nostro mondo.Non vogliono essere confinati ad attività irreali che non li vedono raggiungere alcuno scopo concreto.
  2. Coinvolgendoli in attività quotidiane, in base alle competenze acquisite, non solo la loro autostima ne sarà piacevolmente nutrita, ma si sentiranno davvero parte integrante della famiglia svolgendo un ruolo rilevante. Questa convinzione tenderà a radicarsi in ogni ambito, in quanto impareranno a riconoscere il proprio valore come persone e riconoscendo il loro ruolo di individui appartenenti ad una società
  3. Saranno portati a padroneggiare certe abilità che oggi ci sorprendiamo a veder attribuire a dei bambini piccoli (come un bambino di 2 anni che sa infilarsi le scarpe e vestirsi da solo).Infatti, l’attività, il fare o il tentare di fare qualcosa, anche (e soprattutto) sbagliando, attiva la parte intellettiva che cerca soluzioni. Oltre ad affinare movimenti e gesti.L’intervento dell’adulto deve avvenire solo nel momento in cui i bambini mostrano senso di inadeguatezza e frustrazione.Finché, invece, nonostante l’errore, risultano calmi e concentrati, allora non bisogna ASSOLUTAMENTE intervenire, per non interrompere i loro moti interni.

Figura 6: Immagine scattata da Ketut Subyanto, pexels.

Questo è un vantaggio anche per i genitori?

Certo! Per quanto siano sempre indispensabili pazienza e impegno.

Molte volte è più una incapacità dei genitori non intervenire di fronte ad una difficoltà dei figli, piuttosto che motivarli a insistere.

Ci viene naturale sostituirci a loro. Sembra essere la soluzione più facile e più veloce per tutti.

Predisporre la casa a misura di bambini, permette di guadagnare tempo in questo senso, perché i piccoli avranno modo di esercitarsi in ogni momento della giornata, quando si sentiranno più disposti a svolgere un’attività, così da avere il tempo necessario per prenderne padronanza.

Agire senza l’aiuto dell’adulto è il primo istinto dei bambini e sono questi a stabilire i tempi di cui hanno bisogno. Per questo è bene assecondare il loro istinto e aiutarli a fare da soli.

Questa situazione porta un vantaggio di tempo per l’adulto, perché sfrutta anche i cosiddetti moti interni, cioè impulsi da cui sono spinti i bambini verso una precisa attività, che è proprio quella di cui hanno bisogno in quel momento per affinare o acquisire una conoscenza o una competenza.

E sono proprio questi i momenti in cui il loro livello di apprendimento è al massimo potenziale.

Allora quella che sembrerà una perdita di tempo iniziale, si rivelerà un investimento, perché i bambini diventano più facilmente autonomi e anche i genitori ne risulteranno agevolati.

Figura 7: Immagine scattata da Jep Gamb, pexels.

Fra libertà e disciplina consapevole

Una casa a misura di bambini secondo la teoria Montessori si basa, dunque, sul concetto di libertà, non intesa come libero arbitrio, ma con lo scopo di assecondare questi moti interni e soprattutto per trasmettere una disciplina consapevole.

Che cosa vuol dire?

Spesso si intende per disciplina la capacità di essere rispettosi di ordini impartiti da altri.

Il termine disciplina deriva dal latino discipulus, che a sua volta deriva dal verbo disceo, che vuol dire apprendere.

E l’apprendimento avviene in modo molto più veloce e naturale se si comprendono le ragioni di una determinata condizione.

Tornando all’esempio dell’acqua da versare, un conto è dire “lascia fare a me perché tu sei piccolo e non sei capace”.

Tutt’altra cosa è spiegare che bisogna cercare di essere precisi, perché se si versa l’acqua sul tavolo, addosso o per terra, ci sono dei rischi, come prendere freddo, scivolare, ecc.

Ed essendo conseguenze reali, subito constatabili, perché se ti versi l’acqua addosso, ti senti subito la sensazione di fresco e di bagnato, ne apprendi prima il rapporto di causa – effetto, e interiorizzi il perché e il come affinare il movimento.

Si sviluppa, dunque, la volontà di raggiungere uno scopo, così da essere poi più motivati ad accogliere in modo consapevole una tua qualunque richiesta (non si tratta più di un comando).

Si pongono, in questo modo, le basi di un rapporto di fiducia genitori – figli, che non si stanno comportando come generali che impartiscono ordini, ma come educatori che spiegano, iniziandoli al concetto di rispetto.

Si tratta di esercizi di semplici attività quotidiane che permettono di raggiungere un livello di autonomia completo, non solo limitato all’azione in sé per sé, ma a tutto il complesso concetto che c’è dietro:

  • capacità di ragionamento;
  • acquisizione del senso di rispetto per l’ambiente (non bagnarlo/non sporcarlo);
  • acquisizione del senso di rispetto di se stessi e degli altri (non farli scivolare);
  • cimentarsi a trovare soluzioni e alternative, tenendo conto del proprio ruolo e della propria responsabilità;
  • attraverso la capacità di scelta autonoma delle attività, si inizia a prendere coscienza di ciò che piace fare, ciò che rende felici e che fa sentire gratificati;
  • prendere consapevolezza di ciò che piace, porta a seguire la propria strada, non quella che è stata indicata o suggerita da altri.

Tutto questo viene riassunto nel concetto di autoeducazione.

Una casa a misura di bambini favorisce l’autoeducazione

Il modo in cui è predisposto l’ambiente ti permette di non lavare i tuoi bambini, ma di insegnare loro a lavarsi; di non imboccarli, ma di insegnare a mangiare.

Ovviamente secondo un percorso graduale, incentrato sull’accompagnamento piuttosto che sul sostituirsi.

Tu sarai lì a monitorare che tutto proceda in sicurezza e ad osservare i loro progressi e le loro inclinazioni.

Perché è sulla base del loro sviluppo e della loro crescita che l’ambiente cambierà conformazione, in modo tale da garantire sempre e comunque l’autonomia.

Ecco perché l’aiuto di un professionista (in questo caso l’architetto specializzato) serve a prevenire con lungimiranza ogni step di crescita.

Figura 8: Immagine scattata da Ron Lac, pexels.

I vantaggi per la famiglia

Questo nuovo modo di concepire la casa e l’educazione dei bambini porta diversi vantaggi per la famiglia (dunque non solo per i bambini).

Una casa a misura di bambini, per ottenere risultati, deve essere minimalista, ovvero contenere solo l’essenziale.

Non sono necessari una valanga di giochi.

Questi, infatti, possono risultare addirittura controproducenti, perché diventano un ostacolo alla concentrazione dei più piccoli.

Ciò permette di guadagnare spazio e concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità.

Un notevole guadagno di tempo per le attività di riordino (per cui ti consiglio di leggere l’articolo Casa piccola in ordine (anche con i bambini) qualora non l’avessi già fatto).

E, di conseguenza, un notevole guadagno per il tuo portafogli.

In conclusione abbiamo visto che…

  • Una casa a misura di bambini ne influenza per sempre lo sviluppo, per cui è qualcosa che dovrebbe rientrare tra le priorità di una famiglia;
  • Sentirsi capaci fin da piccoli alimenta l’autostima dei bambini, riconoscendo il proprio all’interno della loro prima società di appartenenza, la famiglia, in cui svolgono un ruolo importante, riconoscono il proprio valore e sviluppano le proprie abilità in modo naturale e quasi inconsapevole;
  • Una casa a misura di bambini offre la possibilità di impratichirsi in ciò che desiderano stabilendo essi stessi i tempi di cui hanno bisogno. Questo rappresenta un vantaggio anche per i genitori che, in qualche modo, si portano avanti con i tempi.
  • Una casa a misura di bambini permette di fare esperienze dirette. Così anche i genitori sono sostenuti nell’educazione, poiché i loro insegnamenti sono supportati dalle conseguenze reali che derivano dal fare da soli. Instaurando così, un rapporto di fiducia e promuovendo una disciplina consapevole.
  • I vantaggi si riflettono su tutta la famiglia, con una casa che  punta all’essenziale, alla qualità, allo spazio e a risparmiare tempo e denaro.

Ti ritrovi in questi ragionamenti?

Proverai a metterli subito in pratica?

Se hai domande, scrivi qui sotto il tuo commento e ti risponderò personalmente!

Read More

CASA PICCOLA SEMPRE IN ORDINE (ANCHE CON I BAMBINI)

Anche a te sembra un’impresa tenere una casa piccola sempre in ordine (anche con i bambini)?

Una casa sempre in ordine è desiderio comune, soprattutto per chi ha una casa piccola.

Questa situazione sembra diventare catastrofica quando in questo poco spazio si aggiungono anche i bambini.

In realtà non sono loro problema né lo spazio in sé per sé, ma ci sono altre questioni di fondo da ribadire.

  1. Stile di vita;
  2. False aspettative;
  3. Il progetto.

Vediamole con ordine.

1. Stile di vita

Per stile di vita mi riferisco più che altro alle false credenze sul fatto che più si ha più si sta bene.

Per tanto tempo l’abbondanza è stata sinonimo di benessere.

Un po’ “per colpa” dell’industrializzazione che, abbassando i costi di produzione, ha reso più accessibili molti prodotti.

Così, molte famiglie, che poco prima vivevano di stenti, hanno accolto questa come un’opportunità per mettersi al sicuro per tempi peggiori (perché nella vita non si sa mai).

Quindi si è iniziato ad accumulare.

O anche perché magari poi ti serve e non ce l’hai.

Questi pensieri si sono così radicati anche nelle generazioni più giovani, coniando il detto: “stip ca truv” (che tradotto dal barese significa: “conserva, così che all’occorrenza ce l’hai già).

Il risultato è quello di avere case che sono più magazzini che ambienti dove rilassarsi dopo una giornata di lavoro.

Ecco che, invece di tornare a casa e godersi la famiglia, si deve continuare a lavorare.

E mentre il modo di costruire la casa si è evoluto in base a come si è evoluta la famiglia, per cui troviamo spazi sempre più ridotti al minimo indispensabile, è il modo di pensare la casa che è rimasto fermo alle vecchie generazioni.

Dunque, ancora si desiderano cucine ampie dove c’è posto anche per la dispensa piena di conserve della nonna; o con l’immancabile stanza dedicata alla lavanderia, o, in alternativa, di un giardino o di uno spazio aperto ma coperto, per avere il bucato pulito anche senza consumare troppa energia elettrica con l’asciugatrice.

Il giardino stesso, un tempo essenziale per ospitare l’orto o il pollaio, è diventato quasi esclusivamente prerogativa dei nuovi ricchi.

Tutto questo per dire che molte volte ci si ostina a rimanere troppo aggrappati al passato, confondendolo con un rispetto verso i nostri genitori o i nostri nonni.

Finendo così per perdere il rispetto per noi stessi.

Per la nostra nuova vita.

Per il futuro.

Quindi per il progresso.

Inoltre, c’è da fare i conti con un costo della vita diverso.

E il fatto che siano entrambi i genitori a dover lavorare non è più un lusso, ma una necessità.

Si passa più tempo a lavoro che a casa, per questo le famiglie hanno sempre meno figli e… una casa standard ha sempre meno spazio.

È con questo presente che dobbiamo fare i conti.

Ovviamente non è così per tutti, ma è sicuramente la condizione generale che orienta tutto il sistema immobiliare.

Ecco perché non devi sentirti in colpa se non riesci a seguire lo stile di vita cui hai sempre ambito o a mantenere delle abitudini che ti eri prefissata.

Non stai tradendo né i tuoi genitori né i tuoi figli.

Perché i valori che hai appreso te li porti dentro.

Resta, quindi, rimodularti in base a quella che sei tu adesso e nel contesto sociale in cui vivi.

Allora, sulla base di questo, del lavoro che hai scelto e delle abitudini che ti porta ad avere, le evoluzioni cui ambisci nell’immediato e nel tempo, devi stabilire delle priorità.

Non mi riferisco solo al tempo da dedicare a tutto, ma anche allo spazio fisico che ti serve a casa per dedicarti alle tue attività.

Perché il più delle volte bisogna accettare dei compromessi.

Una volta appreso questo nuovo approccio, cioè quello che davvero serve ed è ritenuto per te essenziale, lo si trasferisce in tutti gli ambiti.

Non solo alla casa in sé per sé.

Per esempio: marito e moglie hanno necessità di lavorare entrambi full time, quindi -> avranno per lo più pasti veloci, per cui -> avrà più senso un open space per ricavare una camera da letto in più.

O forse una stanza per l’home office se uno dei due lavora da casa.

Oppure vorrebbero compensare con serate barbecue in terrazza.

È una questione di priorità e di scelta di ciò che effettivamente porta gioia nella loro vita.

Anche rinunciare ad una stanza a favore della tua collezione di scarpe, sarà inutile per molti, ma per te è una vera e propria passione, quindi va bene, purché sia riconosciuta da te come una priorità.

Il mio pensiero guida è che siamo su questa terra per un periodo limitato di tempo.

Qui arriviamo nudi e così andremo via.

E, invece di goderci questo viaggio fantastico che ci è stato donato, ci affanniamo ad accumulare, pensando che tutto questo accumulo sconsiderato ci possa portare gioia.

E, invece, non fa altro che appesantirci di preoccupazioni.

Arrivando al punto di non sapere più che cos’è DAVVERO essenziale.

Di che cosa possiamo fare veramente a meno?

Quasi sicuramente se lo chiediamo ad un bambino, ci saprà dare una risposta più decisa.

Così non stiamo perdendo solo i veri valori, ma anche la leggerezza.

Perché sembrano opposti, ma in realtà è proprio il senso di leggerezza che ci dà la lucidità di stabilire le priorità.

E questa capacità si ripercuote in tutti gli altri ambiti della vita:

– nel lavoro (riesci davvero a distinguere un’opportunità da una situazione che ti logora senza vantaggi?);

– con le amicizie (vale la pena farti in quattro per persone che non ti apprezzano davvero?);

– famiglia (vale la pena mantenere un rapporto che si è rivelato tossico per il tuo benessere, solo per il  legame di sangue? O anche rispetto ad un marito violento, per il bene dei figli?).

Modificare lo stile di vita con questo approccio non aiuta solo a mettere ordine nelle nostre case, ma nelle nostre vite.

Proprio perché si tratta di un concetto molto ampio, non solo legato alla casa, ma allo stile di vita generale, viene trasmesso in modo automatico ai nostri bambini.

Perché, si sa, ogni insegnamento viene valorizzato dai fatti e dalle azioni più che dalle parole.

Impareranno, così, a conoscere il valore delle cose.

Così, se si rompe quella tazza, la si può riparare, ma potrebbe non avere lo stesso aspetto di prima.

Per cui cambierà anche il modo di maneggiarla, che sarà più attento e preciso.

Allo stesso tempo sarà anche più semplice lasciare andare qualcosa che ha perso la sua utilità nella nostra vita, perché si è cresciuti o sono cambiate le passioni.

Oltre al fatto che tenere tanta roba ordinata in poco spazio, in alcuni casi, è possibile con una organizzazione eccellente, che, però, a mio avviso, è destinata a fallire se resta la tendenza ad accumulare.

Si aggiungerà sempre qualcos’altro che sarà difficile da collocare.

2. False aspettative

In realtà ho già toccato questo argomento, perché cambiando abitudini e stile di vita, inevitabilmente devono cambiare le aspettative.

In una casa con bambini è meglio abbassarle queste aspettative, non perché sia impossibile la perfezione, ma piuttosto per non rischiare di andare su di giri se capita che i bambini decidano di non collaborare.

Il processo di educazione all’ordine prevede anche questo: così come non si impara ad andare in bicicletta da un giorno all’altro e senza aver fatto qualche caduta, lo stesso vale per tutto il resto.

Inoltre, è impensabile oggi, per esempio: avere 10 figli, lavorare, avere la casa sempre perfetta e un pasto sempre caldo ed elaborato.

Può succedere se ci sono delle attività che vengono delegate a dei collaboratori, ad una tata, ai nonni e così via.

Se, invece, conosci qualcuno che riesce a fare tutto questo in totale autonomia, allora dimmelo perché devo parlarci!

Altrettanto impensabile è continuare a dire “abbiamo sempre fatto così ed è andato tutto bene”.

Questo per me equivale ad ammazzare il futuro ed il progresso.

Perché se avessimo continuato a fare le stesse cose e a pensarla sempre nello stesso modo per davvero, non saremmo mai arrivati sulla luna.

O al giorno d’oggi si morirebbe ancora di malattie ormai debellate.

Per questo il mio suggerimento è di fare tesoro delle esperienze di parenti e amici, ma di confrontarle sempre con figure qualificate davvero competenti, che sono tenute ad essere costantemente aggiornate ed hanno un’esperienza specifica.

Perché, in fondo, il nostro istinto ci spinge sempre verso la direzione giusta, ma accompagnati da una figura qualificata si matura una consapevolezza basata su fondamenti scientifici anziché sul sentito dire.

Allora, è inutile riempire la casa di sdraiette, cullette, passeggini e box di ogni tipo.

C’è tanto commercio intorno ai bambini di oggetti che il più delle volte si rivelano completamente inutili, oltre che addirittura pericolosi.

Ne sono un esempio i riduttori per i lettini, che l’OMS consiglia fortemente di lasciare liberi da tutto.

Mentre ci sono cose che possono sembrare inutili e che invece possono semplificare molto la vita, come per esempio un lettino per il cosleeping di qualità.

Ecco perché è bene arrivare preparati, con il gusto mindset.

Allora inizia a liberare la casa per fare spazio al bebè già da quando lo aspetti.

Inoltre, riempire troppo la casa ti potrà riempire di false aspettative che i bambini possano davvero utilizzare tutto e tu possa continuare a dedicarti tranquillamente alla vita che conducevi quando non eri mamma.

Aspettativa non falsa, ma falsissima!

Perché, in realtà, nessun arredo potrà sostituire l’affetto, la cura e le attenzioni che solo un genitore può dare.

Quindi, acquista solo lo stretto necessario, che per me è rappresentato da:

  • il trio (che include carrozzina, passeggino e ovetto):
  • il lettino da affiancare al matrimoniale;
  • il fasciatoio.

E in questo articolo tratto in modo più approfondito l’argomento.

Non è un arredo, ma anche la fascia porta bebè, correttamente usata è un valido supporto per riuscire a concederti un po’ di libertà.

Tutto il resto è in più e, anche se di seconda mano, quindi ti sarà costato poco o nulla a livello economico, contribuirà a occupare spazio che sarebbe utile per altro (perché sì, lo spazio serve sempre!).

Contribuirà al disordine, perché, soprattutto nei primi mesi di vita dei bambini, tra regali e continue evoluzioni di crescita, continuerá ad accumularsi roba alla velocità della luce.

E questo non farà altro che accrescere il tuo senso di frustrazione.

Perché sarà sempre più una fatica mantenere l’ordine e la pulizia, o a dedicare del tempo a te stessa.

Potrebbe maturare il senso di colpa verso te stessa per non essere riuscita ad “abituare” i tuoi bambini a godersi il lettino, la sdraietta ecc., perché la realtà è che piangono non appena li metti giù.

Quindi probabilmente sarai costretta a posticipare il rientro a lavoro, al tempo per ritrovare te stessa, al tuo essere donna oltre che mamma.

E pochi o nessuno ti dirà che, invece, tutto questo è NORMALE!

E che il problema non sei tu, ma sono le aspettative che ci inculca la società di oggi che sono improntate su un sistema educativo e di accudimento obsoleto.

Che non tiene conto che i bambini, soprattutto nei primi 9 mesi di vita, hanno bisogno di sviluppare un attaccamento sicuro alla loro figura di riferimento (di solito la mamma) per poter sviluppare fiducia nell’ambiente esterno, e riuscire ad esplorarlo con sicurezza ed entusiasmo.

3. Il progetto

Una volta che si è riusciti a interiorizzare questa consapevolezza di tutto quanto visto fin qui, si hanno le idee più chiare sulle proprie reali esigenze.

Si è più disposti ad accettare eventuali compromessi, e si trae davvero vantaggio da tutti gli ambienti, che, nella maggior parte dei casi, sono quelli che Ti accompagneranno per tutta la vita.

Quindi la casa deve davvero farci sentire a nostro agio.

Una mente aperta ad una nuova prospettiva di casa, è una mente aperta a valorizzare il presente, ammortizzando tutte le difficoltà che comporta inevitabilmente l’accoglienza di una nuova vita e migliorandone il futuro.

Allora ecco come fare:

  • definire le priorità;
  • lasciare andare quello che non è più funzionale alla tua vita e che, in qualche modo ti crea impedimento, invece che esserti d’aiuto;
  • creare spazio a ciò che davvero ha valore, prima nella tua mente e poi nell’ambiente.

Già solo questi tre passaggi dovrebbero agevolati notevolmente l’ordine e la pulizia.

Perché se lo spazio è più libero, risulta più leggero, e la mente e lo sguardo fanno meno fatica a individuare ciò che serve in un momento d’emergenza o quando si va di corsa.

Soprattutto si fa meno fatica a ricordare quello che hai e dove l’hai messo.

Infatti, tra i fattori principali dell’accumulo c’è proprio il non ricordare di avere già quell’oggetto che stai portando a casa.

Il disordine, cui si va inevitabilmente incontro quando si ha la tendenza ad accumulare, influisce negativamente anche sull’umore di noi adulti e, di conseguenza, dei bambini.

Perché si genera ansia mentre cerchi quello che ti serve, perché ti è difficile arrivare a prenderlo subito, con tutti i rischi che questo comporta, soprattutto per una mamma da sola in casa con uno o più bambini piccoli.

Allora, la migliore soluzione per creare spazio è liberarlo.

Ecco perché  è solo dopo aver risolto questa situazione che aggiungerei di:

  • creare degli spazi ad uso esclusivo (o quasi) per ogni componente della famiglia, in modo tale che ognuno possa assumersi la responsabilità della cura del proprio spazio.

    Sì, inclusi i bambini piccoli!

    In questo modo il loro impegno sarà tangibile agli occhi di tutti.

  • definire un posto per ogni cosa e impegnarsi a mantenere ogni cosa al proprio posto.

    Qual è il posto dei giochi, quello delle scarpe, dei giubbotti…senza dover fare ogni volta una caccia al tesoro.
    Conservare l’ordine significa anche rimettere tutto nella stessa posizione subito dopo averlo usato, altrimenti si tende a ricostituire in breve tempo il disordine, tale da richiedere più tempo per il riordino.

    Nella vita quotidiana, anche la migliore organizzazione richiede “manutenzione“.

  • avere almeno uno scaffale aperto con oggetti in mostra ad uso dei bambini, perché siano effettivamente alla loro portata e abbiano la possibilità di riproporre l’ordine iniziale dopo l’utilizzo, proprio per educarli all’ordine e alla precisione;
  • i contenitori grandi per la raccolta di giocattoli sono, tuttavia, un valido supporto per velocizzare il riordino e facilitarlo, rendendolo divertente, anche per i più piccoli (per esempio organizzando il gioco del riordino con il tiro a canestro);
  • molti arredi a misura di bambini, inconsapevolmente, li abbiamo già.
    Non c’è bisogno per esempio di una libreria dedicata se c’è uno spazio accessibile nella nostra.

  • Preferisci arredi trasformabili che possono occupare più o meno lo stesso spazio per più tempo possibile, adattandosi alla crescita dei bambini.

In conclusione…

Rifletti bene su chi sei adesso, quali sono le tue esigenze e che cos’è che ti dà gioia.

Fai una bella selezione eliminando quello che non usi più da oltre un anno, da quello che ti eri dimenticata di avere, a meno che non ci sia un forte valore affettivo.

Ti ritroverai circondata da cose per te di valore, che davvero ti servono e che, oltre a ricordarle tutte, sarà più facile organizzare.

Subito noterai il vantaggio, anche psicologico, di avere solo cose che contano.

Di aver ricavato dello spazio per il tuo bambino.

E per permettere a te di vivere meglio.

Liberandoti da quello che non usi più, per esempio dandoli ai mercatini dell’usato, potrai riempire il tuo portafogli o, in ogni caso, rendere felici altre persone che daranno il giusto valore a quelle cose.

Pensare di avere meno cose ti darà un freno anche sull’acquistarne.

Il vostro portafogli ve ne sarà doppiamente grato!

Potrai, così, permetterti di puntare alla qualità, che, per quanto si dica importante, è considerata sprecata di fronte ad un utilizzo “passeggero” che ne fanno i bambini.

La verità è che un oggetto di qualità, è vero che è più costoso al momento dell’acquisto, ma ha una vita molto più lunga sia per la molteplicità di utilizzo (per esempio se si tratta di un arredo evolutivo, che segue la crescita dei bambini) sia perché risente meno dell’usura, essendo di materiale più resistente.

Per cui è un investimento iniziale che però ti ripaga nel tempo.

Trovi utili questi suggerimenti?

Proverai a metterli subito in pratica?

Se hai domande, scrivi qui sotto il tuo commento e ti risponderò personalmente!

Read More